Floriterapia

Domande e risposte sulla floriterapia

Se fosse una pratica sensata, Bach l’avrebbe utilizzata e suggerita nei suoi scritti visto che il suo obiettivo primario era il benessere per molte persone nel minor tempo possibile. Inoltre il nostro sistema energetico può elaborare solo un numero limitato di impulsi contemporaneamente. L’esperienza dimostra che miscele con oltre 12 fiori non hanno più alcun effetto specifico. Se si avvertisse la necessità di assumere tutte e 38 le essenze insieme allora si potrebbe considerare di prendere per qualche giorno la miscela Rescue Remedy e poi farsi guidare nella scelta da un esperto di Floriterapia. 

Non succede nulla. Laddove non c’è disarmonia, il fiore non crea risonanza, dunque non agisce e non ha effetto. Gli stati disarmonici esistenti non sono influenzati da fiori inadatti, né in senso positivo né in senso negativo, perché per esserci risonanza il campo d’interazione deve essere il medesimo. 

L’assunzione dei fiori è garantita e sicura anche per chi soffre di allergie. I concentrati floreali sono fatti con un metodo che non prevede l’estrazione di sostanze allergizzanti potenzialmente contenute nella pianta, ma solamente l’informazione energetica del fiore. 

È da escludere proprio in base al meccanismo d’azione dei rimedi floreali. Si tratta di una terapia vibrazionale che agisce in virtù della trasmissione di un impulso energetico specifico nel tempo, quindi non c’è collegamento con l’assunzione ponderale di una sostanza e nessuna reazione dose/risposta da controllare e verificare. 

Sì, perché le medicine tradizionali (allopatiche) agiscono sul piano fisico con meccanismi fisiologici e biochimici, mentre i rimedi floreali lavorano su un piano diverso, quello energetico vibrazionale. Perciò l’efficacia di entrambi non viene influenzata o compromessa perché non c’è interferenza sul campo d’azione, che è di per sé differente. 

Con effetto placebo si intende la suggestione che prova una persona assumendo un prodotto, ma la floriterapia ha effetto positivo, e quindi efficacia, su lattanti, bambini, animali e piante che non presentano certo alcuna aspettativa, atteggiamento preconcetto o predilezione. Un approccio di apertura e di accoglienza nei confronti della terapia coi fiori di Bach è sicuramente positivo, ma tanto quanto per qualsiasi altra cura, quindi non è necessario “solo crederci” per avere un effetto con l’assunzione dei Fiori. 

Tutto ciò che esiste è energia, visibile o invisibile a seconda dell’intensità di vibrazione che ha, quindi gli esseri umani e la natura sono immersi in un campo bioenergetico costante. Con questo presupposto, ogni organismo dell’universo è costituito da Energia (ogni cosa possiede un proprio campo elettromagnetico misurabile, o meglio bioenergetico se si tratta di esseri viventi) e tale Energia può fluire in modo più o meno uniforme. La malattia, il sintomo o il disagio psichico, possono essere il segno di un’irregolarità nella distribuzione dell’ Energia nel corpo. Questi blocchi o anomalie di flusso vanno curati riportando i livelli energetici ad uno stato ottimale, naturale in intensità, armonia e uniformità. I Fiori con la loro essenza vibrazioAnale agiscono in questo senso, riequilibrando i centri energetici del nostro corpo fisico-emotivo. 

I Fiori funzionano sempre, se non sono stati inquinati e se sono integri da un punti di vista qualitativo energetico-vibrazionale. Tuttavia, se chi li sta assumendo non riscontra effetti evidenti ai suoi occhi, allora significa che non è avvenuta la presa di coscienza della disarmonia esistente necessaria per l’autoguarigione. Per questo è sempre preferibile avere un esperto in Floriterapia di riferimento con il quale confrontarsi. 

Assolutamente sì in tutti i casi. Possono essere un valido aiuto per i più piccoli nei disturbi acuti come nei casi cronici. Sono sicuri perché privi di effetti collaterali ed in questo caso si preparano senza aggiunta di alcool. Per i neonati allattati al seno è sufficiente li assuma la mamma, altrimenti si possono mettere nel biberon o al bisogno possono essere usati localmente miscelati a oli o creme e massaggiati sulla pelle. Durante la gravidanza la sensibilità emotiva è più soggetta a sbalzi repentini ed ecco che i rimedi floreali offrono un dolce e forte sostegno per affrontare serenamente questo periodo di attesa. Infine anche gli animali possono godere dei benefici delle essenze floreali, in particolare in caso di traumi, disturbi psichici acuti (fobie, aggressività), disturbi comportamentali e nelle situazioni di cambiamento che li riguardano direttamente o indirettamente. 

Il brandy nelle miscele è utilizzato come conservante. Si può utilizzare dell’aceto di mele al posto del brandy o non mettere niente, avendo cura però di conservare la bottiglietta in un luogo fresco. La durata della miscela con sola acqua è di due settimane. 

Non esiste una regola generale valida in senso assoluto, ma si decide caso per caso. Il numero indicativo massimo che di solito si suggerisce è di 7/8 fiori che vadano comunque tutti verso la stessa direzione, ovvero è preferibile scegliere di affrontare le difficoltà una per volta piuttosto che tutte insieme. L’esperienza ha dimostrato che troppi fiori presi insieme non sono altrettanto efficaci quanto pochi mirati, proprio perché una quantità eccessiva di fiori non ha un effetto migliore o maggiore, al contrario più impulsi non possono essere presi in considerazione contemporaneamente dal nostro sistema energetico. 

No, perché non si tratta di farmaci né per natura, né per modalità di azione. I fiori aiutano a riequilibrare una disarmonia e non appena l’equilibrio è ristabilito il rimedio non ha più effetto. È esclusa anche la dipendenza proprio perché i fiori ci aiutano a riprendere l’evoluzione della nostra personalità e a scoprire piano piano le nostre risorse interiori. In ogni caso rimane sconsigliato assumere in maniera continuativa una stessa miscela di Essenze Floreali. 

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Principi teorici e medicina vibrazionale

La floriterapia può essere considerata un metodo terapeutico ed allo stesso tempo una concezione filosofica e psicologica che Bach espose nei brevi saggi “Guarisci te stesso” (1931), “Libera te stesso” (1933) e “Essere se stessi” (1934): raccolte di riflessioni, lettere e conferenze in cui egli spiega e descrive i principi fondamentali della sua teoria e le proprietà dei rimedi floreali. Edward Bach non considerava la malattia come un evento accidentale, fortuito ed inevitabile, né tantomeno la salute uno caso di fortuna cieca o selettiva. Secondo il suo pensiero la malattia va sempre messa in relazione con uno stato di disarmonia psico-emotiva, con sentimenti ed emozioni negativi, conflitti e stati d’animo dolorosi, recenti o di vecchia data, che provocano sofferenza e disagio. Rimossi e nascosti nella coscienza, questi conflitti interiori si rivelano però nel corpo, esprimendosi con un “linguaggio simbolico” sotto forma di sintomi fisici. 

La malattia va allora considerata come “segnale” del nostro squilibrio o errore spirituale: ci ammaliamo quando soffochiamo la nostra creatività, non esprimiamo i nostri talenti e potenzialità, ci facciamo influenzare e fuorviare dagli altri, non abbiamo fiducia in noi stessi, quando proiettiamo sugli altri i nostri sentimenti negativi e siamo in preda a rabbia, odio, rancore, invidia, gelosia, intolleranza, egoismo e crudeltà. Oppure quando siamo schiacciati da ansia, paura, depressione, angoscia o solitudine. In altre parole, quando viviamo in condizioni di non ascolto del nostro Sé superiore e le nostre azioni ci allontanano dalla nostra Anima, cioè dalla nostra natura più intima, autentica, vera e profonda. 

Perciò riflettere sul senso della malattia ed imparare ad “ascoltarla” per interpretarne il significato è la via principale per risolvere la disarmonia che ne è causa e ritrovare il benessere e quindi la salute. Limitarsi invece a sopprimere il sintomo assumendo i farmaci del caso aiuta solo ad eliminare quest’ultimi e non il motivo scatenante. Così le emozioni ed i sentimenti che “torturano” la nostra intimità torneranno a somatizzarsi finché la persona non prenderà consapevolezza del proprio conflitto interiore. Riassumendo: solo se saranno eliminate le “malattie dell’anima” si potrà realmente ristabilire l’armonia e quindi guarire (E. Bach). 

MA COME FUNZIONANO LE ESSENZE FLOREALI? 

Ad ognuna delle piante e dei fiori individuati da Bach appartiene un concetto spirituale ben preciso che “vibra” in termini energetici ad una determinata frequenza. A ciascuno di questi modelli di frequenza del mondo botanico corrisponde una frequenza nel campo energetico umano. Quindi i 38 fiori rappresentano i 38 potenziali spirituali dell’Anima dell’uomo presenti in essa come “virtù”, ovvero modelli simbolici di comportamento armonioso anche se individualmente differenti. 

Pertanto se in una persona sorgesse un malinteso fra intenzioni dell’Anima e convinzioni della Personalità rispetto ad un certa “virtù” si creerebbe una distorsione della frequenza del potenziale della stessa tale che si manifesterebbe uno schema reattivo negativo nella persona (dapprima nel suo comportamento e nel tempo a livello fisico). Dunque l’assunzione della frequenza dell’Essenza Floreale corrispondente a quella della “virtù” distorta provvederebbe ad inviare un impulso armonico in quella fascia di frequenze del campo energetico umano favorendo nel tempo la riarmonizzazione, portando cioè alla regressione e poi alla scomparsa della reazione negativa provocata. 

Riassumendo: l’essenza Floreale ha il compito di riattivare il contatto tra Anima e Personalità laddove si era bloccato, affinché il flusso della vita torni a scorrere liberamente e spontaneamente. Le frequenze vibratorie dei Fiori aiutano a liberarsi dalle distorsioni e dai limiti umani, recuperando la connessione con il valore assoluti delle “virtù” spirituali dell’uomo che gli appartengono in maniera innata e che danno senso ed armonia all’esistenza. 

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